SpartanRace Super Orte 2017
29 aprile 2017 Spartan Race super Orte.
Riassumendo in una sola parola …anche se difficile .. ma se serve una sola parola … si può riassumere in questa.. anzi no in due: gratificamente devastante.! si lo so qui si stanno coniando vocaboli ‘nuovi’ e improponibili, non si sa mai.
Si ok ma com’è andata? Mi scrive un’amica in privato.
Bellissima rispondo, intensa ed emozionante.
Non si può riassumere solo così ma questi sono solo alcuni degli aspetti che calzano giusti per quella calda intensa fantastica giornata.
Ero ospite a casa di un amico mentre lui è andato a trovare i suoi parenti in un’alta città e così ne ho approfittato anche per fare del turismo.
Bene, sveglia alle 5.30 e fino alle 6.00 ho cercato di capire chi ero, cosa dovevo fare, cosa facevo lì e perché ero lì.. a quel punto mi mi sono resa conto che cominciava essere tardi.
Colazione abbondante, doccia (e si per andare nel fango bisogna prima essere puliti) e vestizione, dopodiché ero pronta; esco trovo un bar aperto ribevo un altro caffè prendo la macchina e via si parte per Orte, poco traffico tanta gente comunque una bella giornata ma freschina, almeno all’inizio (solo all’inizio).
Si può ammirare la cittadina di Orte anche dall’autostrada perché ci passa proprio sotto e questa, arroccata su una ‘pietra’ mi affascina già ancora prima di arrivare, penso che i ‘fondatori’ abbiano scelto quel posto non solo per osservare il passaggio (solo durante la gara mi sono resa conto che Orte è veramente in alto, e raggiungerla correndo in salita non è proprio una passeggiata). Visto che la gara prevedeva di partire dalla zona sottostante ma anche di arrivare fino su in centro alla cittadina nella piazza centrale superando alcuni ostacoli per poi ridiscendere già li mi è venuta la prima preoccupazione, d’altronde a chiunque -superatleticampionimondialicompresi- viene qualche piccola preoccupazione prima di ogni gara, non saremmo esseri umani diversamente; la mia preoccupazione non era solo per lo sforzo delle ginocchia nel salire e scendere ma anche quella di avere fiato abbastanza per affrontarla.
Uscita dall’autostrada Orte è subito lì, parcheggio l’auto prendo le mie cose vado al ritiro del pettorale, c’era pochissima gente forse perché era ancora presto (preferisco arrivare prima, faccio tutto con più calma, c’è tempo dopo per cercare di essere veloce…) sono stata fortunata sono arrivata presto ritiro tutto quello che devo ritirare e mi guardo attorno, c’era già musica gente che rideva gente che si cominciava a scaldare con due ore di anticipo gente che faceva picnic gente che provava i mini ostacoli messi per i bambini, gente di tutti colori tipi ed altezze, insomma era già incominciata la festa e io invece pensavo di essere in anticipo. Mi cambio e sono già pronta con solo due ore rispetto all’orario del via della mia partenza è già mi stava mancando la mia fatina, ebbene si, la mia compagna di fatiche non era potuta venire, peccato non avrò un tutor, una persona che mi sprona o che devo spronare, dovrò affrontare tutto da sola, peccato mi sarebbe piaciuto ridere scherzare durante la gara insieme alla mia amica/socia/fatina; comunque ci sono tutti gli altri amici, persone arrivate da tutta Italia e anche dall’estero, fissati come me che adorano queste manifestazioni sportive, anche a livello amatoriale. Visto che manca un po’ di tempo passeggio nell’area della partenza guardando chi prova, chi si allena, chi si scalda e approfitto per studiare gli ostacoli finali che si trovano sullo stesso piano della partenza, cominciò così a capire che dovrò fare tanti Burpees …. poi penso anche: non è vero non devo fare tanti Burpees, devo solo superare questi ostacoli che non sono insuperabili sono solo leggermente difficili. Certo gli ostacoli vanno superati a primo tentativo se no ..30 Burpees.
Vado al via, stanno partendo gli Elite (sono di solito quelli più preparati, i primi ragazzi in griglia sono quasi tutti a petto nudo e mostrano i muscoli, sono quelli che corrono fortissimo dall’inizio alla fine della Race) partono poi nella griglia successiva i competitivi che sono quelli preparatissimi che hanno comunque ambizioni di tempo, e via via tutti gli altri scaglioni chiamati open partono ogni 15 minuti, fino a quando tocca me; mi preparo, scalo il muro per entrare nella griglia di partenza e aspetto che cominciano a dare il via mentre guardo tutto quello che mi cade attorno, tutte le persone che scalano il muro per entrare in griglia comprese quelle persone che non ce la fanno a scalare il primo muro solo per entrare in griglia, guardo anche tutte le persone che con un balzo felino lo superano e quelle che cominciano a guardarsi attorno con lo sguardo perso come se fossero condannati alla ghigliottina, una condanna a morte da loro stessi scelta irrazionalmente, a questo punto mi viene da sorridere (forse non giustamente) perché ci sono persone soprattutto ragazze e ragazzi giovani, spaesati, magari leggermente sovrappeso che non ce la fanno nemmeno tirarsi su sul muro per entrare in griglia e mi chiedo: ma sanno che cosa devono affrontare? si, probabilmente gliel’hanno spiegato, ma solo spiegato, hanno visto qualche video fatto bene e si sono entusiasmati come fanno i bimbi davanti alla televisione guardando i cartoni (li si che sembra tutto facile e tutto possibile). Sì mi fa piacere che comunque abbiano voluto superarsi, sfidare se stessi, probabilmente saranno tra quelli che non riescono a portare la gara fino in fondo ma comunque ci stanno provando, ci sono persone (e lo so per certo da testimonianze dirette) che avevano quel tipo di gara come obiettivo finale di un percorso di dimagrimento durato anche 30-40 kili, ci sono persone che hanno quel tipo di gare come obiettivo per conquistare la fiducia in se stessi, ci sono persone che… non arriveranno alla fine perché pensavano che non sarebbe stata dura; sono tutte persone degne di rispetto comunque. Stà di fatto che le molte persone che si sono seriamente preparate le vedi anche dall’espressione del loro volto.
Tre.. Due… Uno …AROOOO! Si parte, ancora non capisco, perché anche quelli che non sono nello scaglione competitivo debbano per forza partire a razzo per poi fermarsi o rallentare ansimando dopo 500 metri, solo probabilmente la voglia di correre, probabilmente la voglia di farsi vedere alla partenza davanti alle telecamere dei cellulari in diretta sui social, probabilmente l’incoscienza; solo pochi partono veloci e rimangono costantemente veloci arrivando con dei tempi di tutto rispetto, atleti che non si considerano tali, persone molto preparate; altri rimangono veloci per i primi kilometri e poi cominciano a risentirne; si rallenta comunque un po’ tutti se non si parte tra i primi scaglioni, il rallentamento è dovuto dagli scaglioni precedenti dove troviamo le persone più lente che, facendo fatica a superare gli ostacoli creano code e così rallentano chi parte dopo ed arriva allo stesso punto in meno tempo (bisognerebbe che chi fa fatica lasci passare chi non ne fa..purtroppo però molti non lo comprendono). Già dopo il primo kilometro cominci già a sentire le persone che si lamentano e dicono ma chi me l’ha fatto fare, ma non pensavo che si facesse fatica a scavalcare il muro, perché mi hanno obbligato a fare 30 Burpees.. e allora lì ti fai tante domande ma ti viene anche da sorridere perché con molta probabilità l’hai pensato anche te alla prima gara, quando ancora non sapevi ciò che ti aspettava, quando quella buca che hai preso male ti ha fatto male.
Primo ostacolo superato agevolmente secondo ostacolo superato agevolmente terzo quarto quinto e via di seguito, dopo un po’ ho cominciato a pensare di non avere più problemi ai tendini del piede e alla mia bellissima spalla lussata e quindi ho cominciato a credere ancora di più in me stessa superando qualsiasi ostacolo mi si presentasse di fronte.
Splendido ostacolo che non era contato come un ostacolo? Il dislivello! Devo ammettere che non mi ero preparata sufficientemente e tutte quelle salite le ho sentite sia a livello di fiato che di gambe.
Il mio cardio, che a momenti misura anche quando starnutisco, mi ha segnato sia i momenti di gara in corsa sia i momenti ferma ad attendere il mio turno agli ostacoli, mi sono meravigliata quando l’ho riletto: ho passato più di un’ora ferma ad attendere che gli scaglioni davanti a me superassero l’ostacolo! A parte la gente furbetta che ti passa davanti spintonando e facendo finta di non averti visto che eri già in fila aspettando purtroppo pazientemente il turno.
Comunque sia è stata una bella gara anche per la location.
Quali ostacoli? Ma certo che c’erano tutti i classici e qualcuno nuovo, catene sulle spalle e questa volta non mi sono fatta male, tronchi, pesi da trascinare, slitte con pesi e verso la fine quando magari cominci ad essere un po’ stanchina anche il sacco sulle spalle.
La Lancia si è conficcata proprio al centro e anche molto bene c’era un tizio tra l’altro di fianco a me che potrebbe fare la controfigura di un supereroe pieno di muscoli che non è riuscito nemmeno a far arrivare la lancia a conficcarsi nel bersaglio di fieno nonostante tutti quei muscoli in bella vista. Tanta apparenza o poca preparazione?
Quando lui non è riuscito ad arrivare al bersaglio e io invece l’ho conficcato in pieno mi ha guardato squadrandomi da capo a piedi quasi a dire che sono stata fortunata, forse, ma anche un po’ di tecnica e tante prove.
Poi c’era il torrente, lo abbiamo attraversato, guadato, nuotato, strisciato un’infinità di volte e io pensavo di averle fatte tutte dopodiché c’è stato anche un pezzo dove era talmente profondo che non si toccava (almeno io) ma tanto sapendo nuotare non era un problema, purtroppo per alcuni invece lo è stato non sapendo nuotare, ma anche li come in altri punti del percorso, ci si aiuta l’un l’altro; è anche questo il bello.
Uno dei passaggi nel torrente lo abbiamo fatto col filo spinato a pochi centimetri sopra di noi, ovvio ci si passa sotto. Ho ringraziato tantissimo perché i sassi del torrente strisciando mi hanno un po’ rovinato ginocchia e gomiti ma questo ci sta perché fa parte del ‘gioco’ e quando fai queste attività lo dovresti mettere in conto.
Una volta saliti in centro paese (e devo dire che per fare la salita in paese probabilmente fa fatica anche un mulo) c’era da superare alcuni ostacoli, molti dicevano difficili difficili a me sembrava fossero normali e superabilissimi, si è corso sui ciottoli e questi erano un po’ scivolosi. Ho visto poco della cittadina ma per quello poco che ho visto sembra abbastanza carina probabilmente ci andrò fare un salto per visitare il posto giusto per ricordare il percorso fatto giusto per vedere meglio questa cittadina.
Nella piazza c’erano le funi (rope), si quelle corde da scalare toccare la campana e ridiscendere, a me è toccato anche discutere con un ‘giudice’ che girata a giocare con il telefonino non i ha visto suonare e voleva farmela rifare…; no certo se stai giocando col cellulare piuttosto che fare il tuo lavoro è ovvio che non mai visto, un altro ragazzo (volontari giudici di gara) di fianco a lei ieri ha detto sì l’ho vista io a toccato per ben tre volte la campana e allora sono partita
Questa volta i pneumatici del trattore erano solo da trascinare peccato mi piaceva trasportarli sollevandoli da un punto all’altro.
La Z wall invece (quella maledetta parete storta con dei pezzetti di legno scivolosissimi che simulano l’arrampicata ma in trasversale) è un ostacolo che mi dà angoscia perchè le prese sono solitamente piene di fango e si scivola. Tutto bene, superata agevolmente, niente burpees.
La città di Orte, il vecchio borgo, si erge su un cucuzzolo di una collina (montagna?) ripida, ma ripida, ma di un ripido che non mi aspettavo.. quando siamo saliti curve e tornanti non si contatavano, sembravano più di 100 (non è vero ma non mi aspettavo quella salita seppur su asfalto blaaaa……)
In città gli ostacoli che ci hanno atteso erano comunque abbastanza semplici, ovviamente la discesa l’ho fatta velocissima, dopodichè appena arrivata in fondo subito infilati nel torrentello quello che ci ha allietato con la sua acqua fredda ogni 20 minuti durante tutta la gara, un bellissimo passaggio è stato appunto quello del filo spinato nel torrentello, i sassi sotto che mi hanno tagliato le ginocchia il filo spinato sopra che mi ha rigato sedere sì. Mi sono beccata anche un taglio sul gluteo sinistro! L’Erculés (un peso legato ad una corda che devi sollevare tramie una carrucola) lo hanno messo in cima una delle tante colline che ci hanno fatto scalare, facile?! La lancia che ovviamente non ho sbagliato peccato che è sempre una sola in ogni gara, è divertente. Tanti tanti altri ostacoli, ne ho contati circa 30 ma un conteggio che non sarà sicuramente giusto Orte mi ha soddisfatto molto perché c’era un insieme di magia oltre al paesaggio. L’altra magia è la gente che ha partecipato la gente, gli atleti e gli spettatori, la disponibilità di tutti quanti. Un’altra magia e aver passato qualche giorno in trasferta in una località che non avevo ancora conosciuto ed ho sicuramente apprezzato tantissimo.
L’arrivo di questa spendida Race è stato divertente sì perché c’erano da fare diversi ostacoli uno dopo l’altro, un passaggio nel fango sotto il filo spinato dopodiché un bagno passando di fango passando sotto il muro ma prima di questi c’era l’Olympus (un passaggio su un muro posto in obliquo dove ti aggrappi a buchi corde catene o attacchi da climber e non devi posare i piedi a terra) puoi soltanto usare le mani, ovviamente qui 30 Burpees mi sono toccati; altro passaggio subito dopo è quello della monkey che dopo l’Olympus (Bellissima perché mi ero già fatta male su Olympus alla spalla) e anche qui 30 burpees, il bello che tutti questi ostacoli nella parte finale sono per gli spettatori poichè sono tutti ostacoli molto appariscenti difficoltosi e tosti e guardarti mentre li esegui è emozionante… spettacolo, gara e la bellezza del posto, un’altra SpartanRace completata, soddisfazione tanta
Tante altre Race ci aspetteranno….